Swans. L'universale vuoto
Director's Cut #13 (gennaio 2019) • 130 pagine b/n • 12,00 euro
Per quasi quarant’anni il nichilismo di Michael Gira, appena attenuatosi nella parentesi Angels Of Light, si è conservato fiero ed incorruttibile. Con Swans, da “Filth” a “Holy Money”, è partito dalla cruda descrizione di un’umanità degradata dai rapporti di dominio e sottomissione assunti come universali, da “Children Of God” a “Love Of Life” è transitato da ballate che puntano l’infinito e profumano di misticismo, ed infine approdato alla disgregazione di ogni certezza in “Soundtracks For The Blind”. Dodici anni dopo la morte certificata da “Swans Are Dead”, la resurrezione dai tratti onirici della sigla, in cui si è inabissata l’importanza della parola di fronte ad un’incontrollata dilatazione del suono che ha reso minuscole le, poche, ortodosse canzoni comprese nei dischi da “The Seer” a “The Glowing Man”. La storia di un egotista impermeabile al mondo, ma non a Jarboe, che ha saputo, sino all’inizio degli anni ’90, scalfirne l’integralista visione, al punto da rendergli coerente persino l’elegante estetica decadente di Skin.
Paolo Bertoni (Roma, 1964) dalla seconda metà degli anni ’80 ha scritto per Ciao 2001, Blast!, Dynamo!, FareMusica. È nello staff di Blow Up dal n. 1 della rivista (1997). Per Tuttle Edizioni ha contribuito a ‘Rock e altre contaminazioni: 600 dischi fondamentali’ (2003) e pubblicato il volume su Einstürzende Neubauten ‘Un nuovo sole (che bruci più di quanto illumini)’ (2017). ‘L’universale vuoto’ è il suo ultimo libro.
[di seguito un estratto dal capitolo "Cop"]
...È un “Filth” potenziato e spogliato di ogni tentazione dinamica, solo sfiancante fissità, nel parossistico espressionismo di Why Hide (‘ho bisogno di te più di quanto odio me stesso / mi fai male, allora fai male a te stessa / perché nascondi la bugia?’), con reiterate grida che fanno rabbrividire, un massacro industrial noise è Clay Man (‘entra in questa macchina / entra in questa macchina / abbassa la testa / la tua carne è morbida / la tua carne è argilla / la carne è facile da modellare’), quello ‘shape’ ripetuto con efferata cattiveria e finale con macchinario che fatalmente si inceppa, una Your Property assassina (‘ti do denaro / tu sei superiore / io non esisto / tu mi controlli / tu sei corrotto / mi deformi / tu mi possiedi / tu mi possiedi’), una tortura chiusa da penosi versi, Cop, dalle torve e violente tonalità e punteggiata da crudeli scudisciate (‘nessuno batte il tuo corpo come un poliziotto in prigione / nessuno brucia la tua pelle come un poliziotto con un fiammifero / nessuno brucia il loro corpo come un poliziotto / nessuno ti brucia la pelle come un poliziotto in prigione / il caldo fa male / l’umiliazione è una malattia’), risalta nella rude Butcher l’accorata ripetizione ‘don’t be a whore’. Ottima la chiusura di Thug, incitamento all’inderogabile dovere di un’autodisciplina ferrea che si erge a spossante manifesto (‘il sesso trasforma l’impotenza in decadenza / la repressione inconscia degrada la realtà / non puoi reprimere una necessità criminale / quando sei inquinato dalla paura / hai bisogno d’essere confortato / non puoi uccidere ciò che non vedi / non puoi pensare a ciò che non t’appartiene / non puoi far fuori ciò che non riconosci / non puoi prendere ciò che realmente meriti / non puoi combattere se non lo senti / l’obbedienza paga se la sai usare / svilisci te stesso quando nascondi le tue paure / quando divori il tuo dolore conservi i nervi saldi’), con deriva disperata. Un disco di disumanizzata potenza, prodotto da Mosimann e Gira, che ha logica propaggine nell’EP ‘Young God’ (K.422, ‘84), caratterizzato da brani piuttosto lunghi, tra i cinque e i sette minuti. Il vinile, conosciuto anche come ‘Raping A Slave’, uno dei capitoli indispensabili dell’intera discografia di Swans, raggiunge la nona posizione tra i singoli, nonostante l’ostica, solenne ed ipnotica, I Crawled, che alla fine si incanta con un ‘now ride now ride’ terrificante (‘sei mio padre / sei mio padre / ti obbedisco / ti obbedisco / voglio tu sia mio padre / voglio essere mio padre / elimina la mia libertà / so cosa sono / sono debole / prendi ciò che è mio / io sono debole / prendi ciò che è mio / vieni nella mia stanza / metti le mani sulla mia gola / ora soffocami, soffocami / fammi stare bene / fammi stare bene / sii mio padre / sii mio padre’), influenzata dalla lettura di ‘The Mass Psychology Of Fascism’ di Wilhelm Reich [...]
Prezzo: 12 €