ABBA
ABBA
di Luca Majer

«La libertà democratica ha bisogno di solidarietà tra la gente. Per vivere e sopravvivere una società deve avere una solidarietà diffusa, la capacità di riconoscere la condizione delle altre persone, un sentimento di responsabilità congiunta e partecipazione. Altrimenti, prima o poi, la società si disfa in tante parti di egoistici e meschini interessi. Non c’è mai un “noi” e “loro”. Ci siamo solo “noi tutti”.» Olof Palme al Kenyon College, 1970

«I don’t get that. Do we look like transvestites or something?» Benny Andersson, sulla moda “Gay-ABBA”

Quattro svedesi un attimino pacchiani nei campi elisi del pop. Del pop? che dico! Dell’industria svedese, quant’è vero che ci fu quando esportavano più della Volvo. Anzi riffo: ABBA stelle dell’entertainment mondiale, dati alla mano: 400 milioni di dischi venduti che li mettono lassù, vicino ai 600 milioni dei Beatles e davanti ai 350 milioni di Michael Jackson. Durati solo una dozzina d’anni (dal primo concerto dei quattro insieme, nel marzo 1970) fino all’83, quando decisero di mettersi in “pausa.” E “in pausa” pubblicarono il Greatest Hits “ABBA Gold” (‘92) il cui “gaio pop bianco” nella primavera ‘18 si trova ancora tra gli album più venduti. In Sri Lanka (#4), a Cipro (#12), in Ungheria (#16), in Bulgaria (#17), in Perù (#19), pure in Kenya e in Libano (#20). E “in pausa” han fatto uscire un film (Mamma Mia!) che - dal lancio, nel 2008 - ha incassato oltre 760M$ tra cinema e DVD (i principali acquirenti? GB, Germania, Sud Corea, Giappone e Svezia). Per non dire dell’omonimo spettacolo teatrale: a Broadway, NY, è durato 14 anni; e al Novello Theater di Londra continua imperterrito ogni sera, nonostante la “prima” sia stata nel ‘99 - e pure altrove è stato un successone: 54 milioni di spettatori; 49 produzioni; oltre 400 città; traduzioni in 15 lingue; e un tenero fatturato d’oltre due miliardi di dollari! Perché? […]

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