Sun Ra
Sun Ra
di Riccardo Bertoncelli, Enrico Bettinello, Stefano I. Bianchi, Piercarlo Poggio e Christian Zingales

[nell’immagine: Sun Ra, foto di Roberto Masotti]


NEGLI ULTIMI ANNI, diciamocelo, Sun Ra è diventato proprio “hip”. Ristampe, cofanetti, rarità, video che si rincorrono su YouTube. Addirittura la sua biografia (fondamentale, di John Szwed) tradotta in Italia da una Minimum Fax; la weirdness visionaria e un po’ baracconesca del suo look che si stende trasversale su mode e riferimenti. Magari potrà suonarvi strano (dopotutto state leggendo le pagine di Blow Up e si presume che siate prevalentemente aperti e curiosi…), ma basta solo andare indietro fino alla seconda metà degli anni Settanta – quando Sun Ra era attivo già da più di venti e conosciuto in Europa da un lustro – per ritrovare ancora, nella stampa e nella critica dell’epoca una sana e, nel migliore dei casi, divertita diffidenza sul reale valore e sulla “serietà” della proposta artistica del musicista e della sua Arkestra. Diffidenza in un certo senso anche comprensibile, dal punto di vista strettamente storico/culturale, dal momento che il complesso ambito filosofico/artistico in cui si muove la vicenda di Sun Ra è composto da una serie di elementi molto differenti tra loro, a volte contrastanti, alcuni di grande profondità, altri più folkloristici, che solo le analisi degli studiosi a partire dagli anni Novanta è riuscita a comporre in un variopinto affresco che non smette di stimolare chi vi si accosta.
Come collocare dunque Sun Ra e la sua musica nel flusso iridescente della storia del jazz? Una risposta univoca e circostanziata è chiaramente impossibile e sarebbe assai riduttiva. Più utile è certamente provare a fornire una serie di coordinate che aiutino a mappare un cosmo davvero fitto di corpi astrali, una di quelle mappe in cui non è pensabile di riuscire a rendere la curvatura dello spazio e del tempo, ma che comunque ci raccontano molto di questa incredibile avventura sonora del Novecento. Pianista? Sperimentatore di strumenti elettrici e proto-elettronici? Arrangiatore? Bandleader e pensatore? Sun Ra, per i miseri uffici anagrafe di Birmingham (Alabama), solo Herman Poole Blount, è stato tutto questo e molto di più e chiaramente un’analisi musicale che voglia davvero restituirne alcuni tratti non potrà concentrarsi solamente sul mero dato tecnico, dal momento che il musicista ha voluto esprimere con la propria musica una utopistica, allucinata, forsennatamente piena di amore e innervata di dolore, visione dell’universo attraverso il suono. […]

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