20 ESSENTIALS: Canterbury 1968-1978
20 ESSENTIALS: Canterbury 1968-1978
di Roberto Municchi con Enrico Bettinello, Bizarre, Piergiorgio Pardo

[nell'immagine: Soft Machine 1967]

La ‘scuola’ di Canterbury è per metà storia e per metà leggenda. È sia una trovata utile per la storiografia rock, una delle tante etichette - col passare del tempo termini di uso comune - usate dagli addetti ai lavori per semplificare fenomeni di difficile collocazione che esulano da generi già codificati, sia uno stile che resiste nel tempo alimentato da una fauna di incorruttibili sostenitori perfino a dispetto degli stessi protagonisti che, quando interpellati sulla questione, tendono a minimizzare. Prima di diventare famosa presso il popolo rock, Canterbury era una cittadina inglese come tante altre, situata nel sud-est dell’isola, conosciuta principalmente per la cattedrale e per i racconti di Geoffrey Chaucer (“The Canterbury Tales”, titolo di cui si approprieranno, togliendo l’articolo, i Caravan per battezzare una loro raccolta antologica), uno di quei posti dove la tranquillità regna sovrana.
All’inizio degli anni Sessanta a scuoterla dal torpore ci pensano alcuni studenti del luogo - i fratelli Brian e Hugh Hopper, Robert Wyatt e Mike Ratledge, a cui si aggiungeranno in seguito Kevin Ayers, Richard Sinclair, Richard Coughlan e, per un breve periodo, Graham Flight - che passano le giornate ad armeggiare con vari strumenti musicali, mischiando gli insegnamenti classici con la passione per il rock. Su The Wilde Flowers, questo il nome scelto dai ragazzi per dar sfogo alla propria creatività, prima che ne venissero disseppelliti i tesori, si è fantasticato a più non posso. […]

…segue per 18 pagine nel numero 214 di Blow Up, in edicola a Marzo 2016 al costo di 6 euro

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