20 ESSENTIALS - DARKWAVE 1978-1985
20 ESSENTIALS - DARKWAVE 1978-1985
di Paolo Bertoni con Stefano I. Bianchi e Federico Guglielmi

LE DEFINIZIONI dark e gothic, la prima estremamente familiare per noi tanto quanto ignorata altrove, dove come equivalente si impiega la seconda, sono successive non solo, ovviamente, alle origini, ma anche all’affermazione del suono di cui trattiamo, che confluiva senza necessità di distinguo nel potenzialmente onnicomprensivo mare magnum del post-punk, termine con cui queste sonorità di matrice oscura presto coincisero, diventandone rappresentazione tipica. Il tragitto s’avvia da un sentire senza pretese di elevarsi sottocultura che lo divenne istantaneamente, intrecciandosi con sopraggiunte componenti estetiche ed esteriori che a tutt’oggi si manifestano tenaci in contesti non sempre circoscritti, si pensi all’annuale, affollatissimo, Wave Gotik Treffen di Lipsia.
Le escapiste astrazioni sul futuro, pur non necessariamente scevre da timori, del synth pop (BU#182/183), in un periodo di alta depressione economica nel Regno Unito, affascinavano parte dell’albionica gioventù, all’opposto, alimentati da una visione decisamente più individualista, i germi del nichilismo finalizzato a distruggere del punk, maturavano in forme d’evasione meno istintive per arginare quel vuoto, ora trovando riferimenti espliciti alla letteratura, in primis all’esistenzialismo - scontato quanto significativo sottolineare il richiamo di Cure a Camus in Killing An Arab - ora semplicemente nella scrittura dello stesso Smith o di Curtis, interpretazioni di non meno intensa sofferenza poiché espresse non come intellettuale e metaforica parabola di una filosofia del distacco da se stessi e dell’estraneità dal mondo ma con la destabilizzante disperazione di un malessere senza ragioni, scopi e soluzioni, che attanagliò una frangia non irrilevante di una generazione che in Occidente era assediata da un ringhiante schieramento di futilità e apparenza, un subdolo ottimismo a saldo che proliferava per agevolare l’espletamento degli obblighi consumistici assegnati. Quella visione, che si diffuse rapidamente dalle britanniche lande, ebbe la forza di attutire in molti l’indotto senso d’isolamento, quello che aveva descritto come epigrafe l’incipit di Decades - here are the young men / the weight on their shoulders / here are the young men / well, where have they been? - dove sembrava diradarsi ogni auspicio che fosse possibile affrancarsi da quella condanna, da scontare pur senza aver commesso delitti. […]

…segue per 14 pagine nel numero 189 di Blow Up, in edicola a Febbraio 2014 al costo di 6 euro

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