Algebra Suicide
Algebra Suicide
di Paolo Bertoni

Figlia di immigrati ucraini, Lydia Tomkiw nasce a Chicago nell’agosto del ’59. Cresce ad Humboldt Park, dove all’inizio dei ’70 il crimine prolifera, con gang che si contendono il territorio. Lydia trascorre l’adolescenza più in casa che in giro, sviluppando la propria creatività. Appena può, nel ’75, la famiglia si sposta nel vicino, più rassicurante, villaggio ucraino della città. Il padre Teodor lavora presso la US Steel, la madre Zenovia come commessa, quando capita. L’attitudine allo studio le assicura buoni risultati alla Lane Technical High School dove coltiva arte e design. La frequentazione dell’Università dell’Illinois, dove resta solo un anno, attenua però l’entusiasmo per la pittura, è riottosa nell’acquisire tecniche, teme contaminino l’istinto. Diventa un incentivo a cercare altro, scopre la poesia seguendo con profitto i corsi di Maxine Chernoff, che le consiglia di trasferirsi al Columbia College, dove il marito Paul Hoover conduce laboratori di scrittura. Tomkiw entra in un gruppo di poetesse d’avvenire, da Elaine Equi a Connie Deanovich, da Deborah Pintonelli a Sharon Mesmer, per un lungo periodo la sua migliore amica, anche perché ne condivide le origini, radicate nell’Est Europa e cattoliche, i genitori sono polacchi, la provenienza dalla classe operaia, l’attrazione per la scena punk locale e l’ammirazione per Patti Smith. Si autoproduce una smilza raccolta di liriche nel ’78, ‘Ballpoint Erection’, seguita dall’omologa ‘Obsessions’. In Chicago, come in molte altre città degli Stati Uniti che vogliono recuperare terreno rispetto alla ben più sofisticata cultura alternativa europea, punk e poesia s’intrecciano in posti come O’Banion’s, Tut’s e Lucky Number. Essere parte di una piccola e combattiva comunità incoraggia, nell’aprile ‘80 la prima lettura pubblica, con Mesmer, alla Paul Waggoner Gallery. Il manifesto, le due ragazze con le dita nel naso, promette la narrazione di ‘una storia che può accadere solo in America’. In estate Lydia va al Jamie’s Elsewhere, un locale ‘dove è più probabile che trovi uno scarafaggio nel tuo drink piuttosto che tu conosca qualcuno con cui uscire’.

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