Anal Cunt
Anal Cunt
di Daniele Rosa
“Se uno è il tipo che rifugge la realtà, bè, non mi aspetto che gli piaccia la mia musica, e comincerei anzi a preoccuparmi della mia scrittura se una persona del genere cominciasse ad apprezzarla. La mia musica è viva e parla dei vivi e dei morti, del bene e del male. È piena di rabbia eppure è reale, perché sa di essere piena di rabbia.”
(Charles Mingus, lettera a Miles Davis, 1950)
1. Sono tornato indietro nel tempo e ho votato per Seth Putnam
La videocamera, probabilmente uno di quei modelli con VHS molto comuni all’epoca, riprende un palco dall’aspetto amatoriale, con assi vecchie e consunte rette da qualche palo in alluminio. Le luci colorate appese alla scheletrica struttura non servono a nulla – è pieno giorno – e dietro alla band non c’è alcun fondale, tant’è vero che si intravede il luogo dove si svolge lo show: all’apparenza un parcheggio ai margini di un anonimo parco, un grande prato spelacchiato contornato da alberi tutto intorno.
Dopo diciotto secondi durante i quali i musicisti si aggirano sul palco in silenzio, il batterista conta quattro con un tempo impossibile, e il concerto ha inizio. Ne passano altri otto e il “cantante” (uno che, al quarto tocco di bacchetta, ha iniziato a gridare come se lo stessero spellando vivo) salta giù. La telecamera lo segue, e l’inquadratura rivela che davanti al palco non c’è nessuno. Lui, unico spettatore della sua stessa band, continua a gridare e grugnire, prova a risalire sul palco ma ricade giù; il secondo tentativo, seppur goffamente, riesce, e i successivi undici minuti – tanto dura l’intero show – li passa rotolando, grugnendo, scalciando, facendo grottesche capriole, mostrando la flaccida pancia da bevitore a chiunque stia riprendendo e ai pochi che assistono da lontano. […]
…segue per 4 pagine nel numero 331 di Blow Up, dicembre 2025
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#331) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
“Se uno è il tipo che rifugge la realtà, bè, non mi aspetto che gli piaccia la mia musica, e comincerei anzi a preoccuparmi della mia scrittura se una persona del genere cominciasse ad apprezzarla. La mia musica è viva e parla dei vivi e dei morti, del bene e del male. È piena di rabbia eppure è reale, perché sa di essere piena di rabbia.”(Charles Mingus, lettera a Miles Davis, 1950)
1. Sono tornato indietro nel tempo e ho votato per Seth Putnam
La videocamera, probabilmente uno di quei modelli con VHS molto comuni all’epoca, riprende un palco dall’aspetto amatoriale, con assi vecchie e consunte rette da qualche palo in alluminio. Le luci colorate appese alla scheletrica struttura non servono a nulla – è pieno giorno – e dietro alla band non c’è alcun fondale, tant’è vero che si intravede il luogo dove si svolge lo show: all’apparenza un parcheggio ai margini di un anonimo parco, un grande prato spelacchiato contornato da alberi tutto intorno.
Dopo diciotto secondi durante i quali i musicisti si aggirano sul palco in silenzio, il batterista conta quattro con un tempo impossibile, e il concerto ha inizio. Ne passano altri otto e il “cantante” (uno che, al quarto tocco di bacchetta, ha iniziato a gridare come se lo stessero spellando vivo) salta giù. La telecamera lo segue, e l’inquadratura rivela che davanti al palco non c’è nessuno. Lui, unico spettatore della sua stessa band, continua a gridare e grugnire, prova a risalire sul palco ma ricade giù; il secondo tentativo, seppur goffamente, riesce, e i successivi undici minuti – tanto dura l’intero show – li passa rotolando, grugnendo, scalciando, facendo grottesche capriole, mostrando la flaccida pancia da bevitore a chiunque stia riprendendo e ai pochi che assistono da lontano. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000







