Effetti di realtà
Effetti di realtà
di Fabio Donalisio

“Gli epistemologi spiegano che la realtà è un mito, un mito occidentale – forse il più potente della cultura moderna; i teorici della letteratura ricordano che il realismo è una convenzione, “uno spazio di transizione tra universi non omogenei” come l'arte e la realtà. E allora proviamo a circoscrivere il repertorio degli effetti di realtà che la narrativa di oggi concretamente impiega: quelle convenzioni formali, marche linguistiche, scelte tematiche e dettagli apparentemente inutili che dall'interno di un testo, o intorno a esso – perché molto conta, in questo campo, il paratesto – dicono al lettore: “noi siamo la realtà”.”
È uscito un libro importante, un paio di mesi fa. Un esercizio di critica letteraria, che dobbiamo considerare importante, non solo perché porta un segno di vita in anni di sonnambulismo critico, ma piuttosto perché ci ricorda – e si ricorda – che criticare la letteratura è una modalità di stare al mondo, oltre che di comprenderlo. Titola La letteratura circostante, e tenta di capire come l'odierna letterarietà – dalla fine degli anni '70 a oggi-oggi – abbia saputo, potuto, dovuto (forse creduto di, voluto non sempre con consapevolezza) seppellire il Novecento della prosa di romanzo e dell'oltranza poetica. Dice circostante perché la letteratura oggi sembra non tanto essere, quanto stare intorno, darsi in uno spazio che ha smesso di credere nella gravitazione universale e fluttua nell'indifferenziato di un campo quantistico avulso da coordinate spazio-tempo, spesso subordinata a imperativi categorici – quelli sì – del tutto extraletterari. Un libro che, come si diceva una volta, farà discutere. O forse no. Perché sulle scomodità si è bravi a far cadere quel particolare tipo di silenzio iperchiacchierato che è una delle marche del contemporaneo. Non si sa dunque nemmeno se augurarsela più, la discussione, se deve configurarsi come caciara, come disposizione di opposta tifoseria in armi, volta nemmeno più all'annientamento del nemico, quanto del senso. Noi, qui su queste pagine, probabilmente, di Gianluigi Simonetti – l'autore, questo ruolo ormai leggendario – e delle sue circostanze parleremo ancora. Per il momento prendiamo a prestito un suo spunto – tra i molti, quasi uno stordimento – estratto dalla prima sezione del saggio, in cui si perita di esaminare, non con piglio fenomenologico ma schiettamente critico – le evidenze sostanziali, ma soprattutto (in)formali delle prose narrative dei tempi nostri, soffermandosi in particolare sull'ossessione per la realtà che sembra intridere ogni angolo del nostro letterario, sia romanzesco in senso stretto, sia quell'incolto particolarmente frequentato in anni di disorientamento che è il campo dell'ibrido, magari nascosto sotto il nobile cappello della contaminazione. […]

…segue per 6 pagine nel numero 241 di Blow Up, in edicola a giugno 2018 al costo di 6 euro

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