di Alice Pisu

“Diceva il filosofo Leibniz che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Beh, direi che il guaio è che si muore.”

Nei trattati di metafisica fantastica che compongono Manualetto per la prossima vita, Ermanno Cavazzoni ragiona sull’opportunità di dotarsi di istruzioni per orientarsi in “certe credenze illusorie” in merito al senso dell’esistenza. Con rigore scientifico, struttura l’opera in sezioni che trattano sei questioni inevitabili: la vita, la morte, il cosmo, i casi quotidiani, il fatalismo e l’aldilà in genere. Interessato a rintracciare un senso nel vivere, compone trattati fulminanti che celebrano le deviazioni di una società assoggettata a un demonio che ha cambiato le sue fattezze adattandosi ai tempi, alle mode, alle località geografiche, e che si palesa rimodernato. “Il demonio regna su internet, che è come un quadro di Bosch, disseminato di mostriciattoli” che oggi sono le notizie sull’intervento di chirurgia plastica della tale soubrette, sui rimedi per curare l’onicomicosi, sulla ricetta della pasta alla genovese, sul dilemma tra prosciutto crudo o cotto, sulla cattura di uno squalo da 150 chili, sul flirt tra Petrelli e Gregoraci, sulla scollatura vertiginosa di Elettra Lamborghini, sulle nuove rivelazioni su Lady Diana.
A caratterizzare le opere di Cavazzoni è il paradosso, attraverso cui scandaglia incubi, miserie, manie, aneliti e enfatizza la natura ridicola dell’individuo. In quarant’anni di scritture Cavazzoni rivela un gusto per il surreale che non si riduce alla produzione di un campionario di soggetti bizzarri, figure fantastiche, creature inumane, ma che mira a indagare l’inganno del noto, gli abbagli e le vane speranze che muovono figure incapaci di osservare i propri fallimenti.

…segue per 2 pagine nel numero 312 di Blow Up, in edicola a maggio 2024

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