Godspeed You! Black Emperor
Godspeed You! Black Emperor
di Marco Sideri

[nell'immagine: Godspeed You Black Emperor live a Milano, foto di Michele Alberti]

“C’è solo un po’ di nebbia, che annuncia il sole. Andiamo avanti tranquillamente”
Francesco De Gregori, Titanic

A ogni transatlantico la sua orchestra. E se dovessimo ipotizzare un casting per trovarne una a questo nostro tempo balordo, votato istintivamente al naufragio tra guerre, disincanto e ghiacci sciolti (al posto di iceberg vagabondi). Beh, se dovessimo, allora i candidati naturali per il lavoro sarebbero i Godspeed You! Black Emperor da Montreal, Canada. Il problema, però, è che i GY!BE da Montreal, Canada non si presenterebbero manco morti a un casting. Anzi, probabilmente, se invitati, si accomoderebbero fuori ad accordare gli strumenti, per cominciare a suonare quando l’ultimo candidato ha abbandonato l’arena e tutto va in vacca.

“Il gruppo non ha mai avuto un sito web o un profilo social. Non ha mai fatto un video. Pochi gruppi rock nel nostro ventunesimo secolo sono stati così fermi nel lasciare che il lavoro parlasse per loro e nel mantenere semplici regole sul minimizzare la partecipazione nella cultura di personalità, esposizione, accesso, commodity o cooptazione.”
Sui GY!BE, dal sito della Constellation Records

La metà degli anni ’90 del secolo scorso è musicalmente ma non solo una vita fa. Le Torri erano ancora in piedi e i telefonini ancora tonti. La musica rock, grossomodo, smaltita a forza la sbornia Nirvana vagava in cerca di nuove catarsi comuni (arriveranno nei primi ’00). La musica indipendente, che esisteva ancora, era divisa in rivoli pop (esordiscono i Belle and Sebastian) e tensioni sperimentali (i lentissimi Low, Will Oldham che cambia la pelle da Palace, la nuova frontiera, l’ennesima morte del rock). Insomma, un orizzonte denso e indefinito su cui piombano, con scontrosa grazia orchestrale, i Godspeed You! Black Emperor. […]

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