I ragazzi del '17
I ragazzi del '17
di Maurizio Bianchini e Fabio Donalisio

C’è una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che a dispetto delle profezie fondamentaliste variamente assortite, dai millenaristi agli ambientalisti assoluti, agli apocalittici a titolo strettamente personale, il mondo non è finito con l’anno bisestile. La caccola planetaria che ci ospita ha dato prova di doti di resistenza (è troppo chiedere una moratoria sul termine ‘resilienza’?) più forti del previsto. Forse, continuando a dare il potere a gente come Trump, la faremo morire, ma dalle risate. Il sospetto che si sia solo guadagnato tempo è però ampiamente accreditato. Tiriamo a campare. Ma d’altro canto, come diceva Andreotti con la sua catacombale ironia, meglio tirare a campare che tirare a morire. La notizia cattiva è che, comunque lo si voglia vedere, mezzo pieno o mezzo vuoto, il bicchiere lo è quasi solo di merda fumante. Viviamo in un mondo così. La Corea del Nord intigna, l’America non recede, la Russia non si ravvede, la Gran Bretagna neppure. È rimasta solamente la Cina comunista a credere nella libera circolazione delle merci (cinesi, per lo più) e delle persone (un settimo del totale chiuso dietro la Grande Muraglia). E l’Europa che fa? Si riunisce. Nel senso di burocrati che chiacchierano attorno a tavoli. Per il resto ci si divide. Su tutto. Soprattutto noi, la supercaccola vagante con lo scappellamento a destra, al centro e pure a sinistra per non scontentare nessuno, della suddetta caccola planetaria. Dovremmo svegliarci la notte coi sudori freddi, con un debito pubblico così grande che non si riesce più nemmeno scriverlo, e invece dormiamo fra due, ma facciamo pure tre o quattro guanciali. Perfino Pierluigi Bersani, il Gran Maestro della Patafisica, la ‘scienza delle soluzioni immaginarie’, non ha più parabole a portata di mano per salvare il salvabile. Ma visto che nessuno di noi è nella testa di Grillo, di Salvini, di Renzi, di Berlusconi (ma no! ma sì!), a parte loro stessi, meglio pensare ad altro e pattinare sul vuoto finché si può. Godiamoci allora questo 2017, anno dei tanti anniversari. Articoli che in sé non servono a nulla (a parte dare soldi pubblici per gli ‘eventi’ agli amici degli amici). Ma anche le canzoni, i romanzi o i film ‘non servono’ a niente eppure un sacco di gente, compresi probabilmente voi e noi, non riesce a farne meno. E come dice in Shining il vecchio Torrance, All work and no play makes Jack a dull boy. Non è affatto escluso, spigolando qua e là, che si possa trovare qualche istruttiva goduria perfino negli anniversari. […]

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