Jason Molina pt.2
Jason Molina pt.2
di Fabio Polvani

The farewell transition: da Songs: Ohia a Magnolia Electric Co.
Quando la lavorazione di “Didn’t It Rain” fu portata a termine, Jason Molina tornò da Philadelphia a Chicago e fece ascoltare i nastri alla band che normalmente lo accompagnava in tour. Ne facevano parte tutti ex studenti di Oberlin: Dan Sullivan alla chitarra, suo fratello Rob o in alternativa Dan MacAdam al basso, Jeff Panall alla batteria. Al tempo del college suonavano in un gruppo metal, i Thighmaster, di cui Molina era un fan. Due di essi (MacAdam e Rob Sullivan) suonavano anche bluegrass nei Rufus Crisp, insieme a Phil Manley dei Trans Am e a Jennie Benford, della cui voce Molina rimase subito ammaliato.
Gli amici musicisti furono ancora una volta spiazzati dall’ultimo album a firma Songs: Ohia: il fatto è che insieme a loro, Jason stava sperimentando un diverso set di canzoni, dal carattere più elettrico e rock. Un’idea di quello che bolliva in pentola si poteva percepire con “Mi sei apparso come un fantasma”, live italiano uscito nel 2001. La scaletta, eseguita nella location del Barchessone Vecchio, in provincia di Modena, presentava un pezzo dall’album d’esordio e due da “Lioness”, rivisti e riarrangiati. A essi si aggiungevano cinque inediti al momento non titolati, dai lunghi tempi narcolettici e caracollanti, in cui la batteria riempie gli spazi con fill dilatatissimi e in cui le chitarre rimuginano tessendo malinconiche trame armoniche. Le dinamiche sono quelle dello slow-core, con il passaggio dalle meditabonde calme alle impennate, se non proprio esplosive, comunque vigorose o intense (come il crescendo heartfelt della seconda traccia del disco, in seguito titolata Nobody Tries That Hard Anymore). Non siamo ancora alle cavalcate neilyounghiane ma i singoli strumenti musicali prendono sempre più voce in capitolo, facendo maturare un suono e un’esperienza più compiutamente ‘da band’. […]

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