Kim Gordon
Kim Gordon
di Stefano I. Bianchi & Beppe Recchia

[nell'immagine: Kim Gordon, foto di Danielle Neu]

LA STORIA
I Sonic Youth si separano nel novembre 2011, una settimana dopo essersi esibiti per l’ultima volta dal vivo a São Paulo, in Brasile, allo SWU Music & Arts Festival: in agosto avevano tenuto l’ultimo, formidabile concerto a Brooklyn, pubblicato di recente nel doppio CD “Live in Brooklyn 2011”, e in ottobre Kim Gordon e Thurston Moore avevano annunciato la loro separazione dopo quasi trent’anni di matrimonio. Dopodiché ognuno per i fatti propri.
Thurston Moore, che per non si sa quale motivo continua a essere ritenuto da molti il leader di una band che ha sempre firmato collettivamente le canzoni, porta avanti tra alti e bassi il classico percorso noise/rock da cui proviene, mentre Lee Ranaldo e Steve Shelley collaborano qui e là senza grande clamore. Da parte sua, Kim per qualche anno si dedica a impegni diversi (cura e realizza installazioni con cui amplia e rafforza la sua carriera di artista visuale, costruisce progetti musicali spesso marginali e arty, compare come attrice in due film e serie TV, cura qualche produzione artistica, scrive una fortunata biografia) fino a che nel 2019 non trova la sua strada musicale. E che strada! Non solo la migliore del lotto post-Sonic Youth ma anche l’unica in grado di tenere alta la fiaccola sperimentale, e quindi l’essenza più autentica, di un nome tanto glorioso. L’avreste detto che, in una band che faceva delle due chitarre il proprio punto di maggior forza, quello spirito si annidava proprio tra le maglie del basso? Ma andiamo per ordine. […]


L’INTERVISTA
New York, interno giorno. Kim Gordon mi accoglie con un sorriso, anche se l’incontro è solo virtuale. Un maglione a righe bianche e nere e un paio di occhiali tradiscono più l’orario mattutino del collegamento che uno stile disinvoltamente cool. La voce, sempre pacata come a lasciare che ogni frase prenda forma, è talmente familiare che mi chiedo come possa essere la prima volta. Si schermisce quando uso l’appellativo icona e mi distrae raccontandomi di quanto New York le sembri diversa ora che è tornata a essere cittadina californiana. Ma siamo qui per parlare di musica. […]


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