Lou Castel
Lou Castel
Pierpaolo De Sanctis

Il volto simbolo del cinema italiano della contestazione compie 70 anni

È SEMPRE STATO un artista, un creativo. Anche quando ha interpretato ruoli minori in film persino indifendibili, ha cercato comunque di non farsi annullare dalla macchina-cinema, aggrappandosi anche solo a un'unica scena, a un'azione fisica, a qualsiasi cosa lo facesse sentire autentico. Alternando momenti di stasi, di calma e tensione trattenuta, a esplosioni incontrollate, frutto della sua impulsività e della sua innata tendenza al gioco. Ma è solo da qualche anno che Lou Castel ha definitivamente ampliato i propri orizzonti, compiendo il salto nelle arti plastiche con l'aiuto del digitale. Telecamere e cellulari gli sono serviti per realizzare piccoli e intensi film di ricerca, vissuti in prima persona, sulla propria pelle, come esperienze psico-fisiche reali dove spazio, sguardo, corpo e performance si sublimano alimentandosi a vicenda. Film che oggi fanno il giro dell'Europa attraverso i festival, e che rappresentano il punto d'arrivo di una ricerca artistica lunga una vita.
Ma il sogno della “regia” gli appartiene praticamente da sempre. Almeno da quando, stabilitosi a Roma dopo un'infanzia e un'adolescenza a dir poco nomadiche (nato in Colombia, da padre svedese e madre irlandese, il 28 maggio 1943, è cresciuto tra Jamaica, New York, Francia e Stoccolma), si era messo in testa di diventare l'assistente dell'assistente di Fellini in 8½. Ed è solo per ingannare l'attesa che comincia a frequentare i corsi di Alessandro Fersen e a studiare il metodo dell'Actor's Studio, riuscendo persino a farsi notare da Visconti sul set de Il gattopardo, dove aveva fatto una figurazione speciale nella scena del ballo.
Al Centro Sperimentale di Cinematografia, non a caso, aveva scelto la classe di regia. E il famoso incontro con Marco Bellocchio, diplomato poco tempo prima nella stessa Scuola (che aveva cominciato, paradossalmente, spinto dal desiderio di fare l'attore), avviene proprio quando il regista piacentino, in seguito al rifiuto di Gianni Morandi, sta pensando di interpretare lui stesso il personaggio di Ale, il protagonista del suo primo lungometraggio, I pugni in tasca. […]


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