Malcolm X
Malcolm X
Carlo Babando, Stefano I. Bianchi, Eddy Cilìa e Piercarlo Poggio
Insieme a William Burroughs, MALCOLM X è stato certamente il non musicista che ha avuto maggiore influenza nella musica popular underground. Il 19 maggio cade il centenario della sua nascita e noi lo omaggiamo con una copertina e uno speciale in cui passiamo in rassegna la sua presenza nelle musiche jazz, hip hop e rock. Perché un po’ paradossalmente, certamente suo malgrado e nonostante tutto, Malcolm X è stato una delle più grandi rockstar di sempre.
[dalla Intro di Eddy Cilìa]
È IL 21 FEBBRAIO 1965. New York. Nel suo cuore nero, Harlem, tre macchine convergono sull’Audubon Ballroom. La prima è carica di assassini. Sulla seconda ci sono una donna che da troppo vive nel terrore e le sue quattro figliolette. Al volante della terza c’è un uomo non ancora quarantenne, piacente, brillante, colto, famoso o famigerato a seconda dei punti di vista. Lo hanno detto razzista. Lo hanno accusato di incitare all’odio. Di essere troppo ambizioso. Di essere ipocrita per avere continuato a vivere in povertà quando i suoi correligionari si arricchivano approfittando della loro posizione. Facevano anche altro approfittando della loro posizione. Tipo mettere incinte tre ragazze a lui devote e poi cacciarle, come aveva fatto il molto onorevole Elijah Muhammad. Per anni ognuno degli infuocati discorsi dell’uomo che si sta recando all’Audubon Ballroom ─ perché “è giunta l’ora dei martiri” ─ è stato pronunciato nel nome di Elijah Muhammad. Non più. La diaspora. Le minacce. Tallonato dappresso da FBI e CIA, l’uomo deve guardarsi adesso pure dai suoi compagni di un tempo, i Musulmani Neri. Otto giorni prima la sua casa è bruciata e lui, la moglie e le figlie si sono a stento salvati. Tanta gente finge di non conoscerlo ora. Ma la sala in cui deve parlare è come sempre piena.
Si accosta al microfono. Prima ancora che apra bocca scoppia un tafferuglio. Cerca di mettere pace ma la pace non è con lui. Tre uomini corrono verso il palco. Uno gli esplode contro una fucilata in pieno petto. Gli altri infieriscono a colpi di pistola. Muore. Un altro afroamericano ucciso da mani afroamericane. [...]
…segue per 20 pagine nel numero 324 di Blow Up, maggio 2025
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#324) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.

[dalla Intro di Eddy Cilìa]
È IL 21 FEBBRAIO 1965. New York. Nel suo cuore nero, Harlem, tre macchine convergono sull’Audubon Ballroom. La prima è carica di assassini. Sulla seconda ci sono una donna che da troppo vive nel terrore e le sue quattro figliolette. Al volante della terza c’è un uomo non ancora quarantenne, piacente, brillante, colto, famoso o famigerato a seconda dei punti di vista. Lo hanno detto razzista. Lo hanno accusato di incitare all’odio. Di essere troppo ambizioso. Di essere ipocrita per avere continuato a vivere in povertà quando i suoi correligionari si arricchivano approfittando della loro posizione. Facevano anche altro approfittando della loro posizione. Tipo mettere incinte tre ragazze a lui devote e poi cacciarle, come aveva fatto il molto onorevole Elijah Muhammad. Per anni ognuno degli infuocati discorsi dell’uomo che si sta recando all’Audubon Ballroom ─ perché “è giunta l’ora dei martiri” ─ è stato pronunciato nel nome di Elijah Muhammad. Non più. La diaspora. Le minacce. Tallonato dappresso da FBI e CIA, l’uomo deve guardarsi adesso pure dai suoi compagni di un tempo, i Musulmani Neri. Otto giorni prima la sua casa è bruciata e lui, la moglie e le figlie si sono a stento salvati. Tanta gente finge di non conoscerlo ora. Ma la sala in cui deve parlare è come sempre piena.
Si accosta al microfono. Prima ancora che apra bocca scoppia un tafferuglio. Cerca di mettere pace ma la pace non è con lui. Tre uomini corrono verso il palco. Uno gli esplode contro una fucilata in pieno petto. Gli altri infieriscono a colpi di pistola. Muore. Un altro afroamericano ucciso da mani afroamericane. [...]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000