Maurizio Marsico
Maurizio Marsico
di Christian Zingales
Il conservatorio e gli studi di musica elettronica da ragazzo a Milano nei ’70, gli esordi discografici su Italian Records ad aprire i vulcanici ’80 dove passa da essere la sponda sonora di Frigidaire ad esercitare un rutilante situazionismo che affianca retaggi no-wave, sperimentazioni e geniali detournement pop, sgargiante multimedialità con innesti televisivi, teatrali, cinematografici e una vita di eccessi. La seconda fase del percorso artistico e umano di Maurizio Marsico ha dato negli ultimi anni una serie di frutti discografici, maturi ma al solito i più diversi tra loro, tra lavori di piano e sintesi che spingono più che mai sull’acceleratore dell’eccentricità. Nella seconda categoria il nuovo album “!?”, prodotto con Mauro Tondini.
Innanzitutto cosa sono il punto esclamativo e il punto interrogativo del titolo?
Punto esclamativo e punto interrogativo per me esprimono anche i due elementi fondamentali della musica: la struttura e il caso. Determinatezza e indeterminatezza. Elementi che nella prima metà del secolo scorso erano polarizzati in scuole di pensiero opposte, da una parte c’erano gli europei (Pierre Boulez, Luciano Berio) dall’altra gli americani (John Cage, Morton Feldman) e in mezzo Stockhausen, mazziato dagli uni e dagli altri. Elementi che oggi credo possano invece trovare insieme una propria inedita organicità, grazie agli sviluppi esponenziali della tecnologia applicata alla musica. Strutture mutaforma che si smembrano in frammenti caotici. Sequenze casuali che assumono la forma di una danza barocca. Programmazione e improvvisazione. Precisione ed errore. Opere aperte, opere chiuse, opere socchiuse. Punto esclamativo e punto interrogativo per rappresentare anche lo stupore indignato, la rabbia, il silenzio, la tristezza e l’impotenza che tutti noi proviamo oggi per le condizioni in cui versa il mondo e per l’ottusa, crudele, inetta cecità di chi lo governa. Come dire: siamo allibiti e le parole per dirlo sono finite, non esistono più, non servono più. Persino un semplice “perché?” nel mondo binario è diventata una domanda retorica. Punto esclamativo e punto interrogativo in un lavoro a quattro mani potrebbe significare anche che, di volta in volta, nei termini delle scelte operate nella realizzazione dell’album, siamo stati ognuno la certezza e il dubbio dell’altro. […]
…segue per 4 pagine nel numero 331 di Blow Up, dicembre 2025
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#331) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Il conservatorio e gli studi di musica elettronica da ragazzo a Milano nei ’70, gli esordi discografici su Italian Records ad aprire i vulcanici ’80 dove passa da essere la sponda sonora di Frigidaire ad esercitare un rutilante situazionismo che affianca retaggi no-wave, sperimentazioni e geniali detournement pop, sgargiante multimedialità con innesti televisivi, teatrali, cinematografici e una vita di eccessi. La seconda fase del percorso artistico e umano di Maurizio Marsico ha dato negli ultimi anni una serie di frutti discografici, maturi ma al solito i più diversi tra loro, tra lavori di piano e sintesi che spingono più che mai sull’acceleratore dell’eccentricità. Nella seconda categoria il nuovo album “!?”, prodotto con Mauro Tondini. Innanzitutto cosa sono il punto esclamativo e il punto interrogativo del titolo?
Punto esclamativo e punto interrogativo per me esprimono anche i due elementi fondamentali della musica: la struttura e il caso. Determinatezza e indeterminatezza. Elementi che nella prima metà del secolo scorso erano polarizzati in scuole di pensiero opposte, da una parte c’erano gli europei (Pierre Boulez, Luciano Berio) dall’altra gli americani (John Cage, Morton Feldman) e in mezzo Stockhausen, mazziato dagli uni e dagli altri. Elementi che oggi credo possano invece trovare insieme una propria inedita organicità, grazie agli sviluppi esponenziali della tecnologia applicata alla musica. Strutture mutaforma che si smembrano in frammenti caotici. Sequenze casuali che assumono la forma di una danza barocca. Programmazione e improvvisazione. Precisione ed errore. Opere aperte, opere chiuse, opere socchiuse. Punto esclamativo e punto interrogativo per rappresentare anche lo stupore indignato, la rabbia, il silenzio, la tristezza e l’impotenza che tutti noi proviamo oggi per le condizioni in cui versa il mondo e per l’ottusa, crudele, inetta cecità di chi lo governa. Come dire: siamo allibiti e le parole per dirlo sono finite, non esistono più, non servono più. Persino un semplice “perché?” nel mondo binario è diventata una domanda retorica. Punto esclamativo e punto interrogativo in un lavoro a quattro mani potrebbe significare anche che, di volta in volta, nei termini delle scelte operate nella realizzazione dell’album, siamo stati ognuno la certezza e il dubbio dell’altro. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000







