Non mi parli?
Non mi parli?
di Fabio Donalisio

Le teorie retoriche, antiche e nuove, sono concordi nell'affermare il potere della lacuna. Che il non-detto affascini più dell'esplicito. Tanto più oggi nell'era dell'evidenza totale, della pseudo-nudità permanente. Ogni grande romanzo non è che un grumo strappato a un universo di omissione, e tanto più sapientemente viene dosato e montato quello che si dice, tanto più potente rimane la domanda, la curiosità, l'ossessione per quanto rimane fuori dalle parole. Da dove vengono i personaggi di cui seguiamo le vicende? E, soprattutto, cosa succede loro dopo la fine del libro? Se l'inizio è traumatico la fine è quasi impossibile. Lo si dice da tempo, a volte magistralmente, come nel classico saggio di Stefano Raimondi, Il romanzo senza idillio, che distrugge finale perfettamente lieto dei Promessi sposi. Per un personaggio è sufficientemente facile sparire nel nulla, diventare buio, tornare niente (come ognuno di noi dovrà fare); non deve nemmeno morire. Ma, è noto, la sparizione – come la morte – è affare di chi resta molto più che di chi parte. È chi resta a torturarsi con la domanda perché. A non sapere. La pubblicità pilota i nostri comportamenti di consumo da più di un secolo, manovrando sull'implicito. La politica è arte suprema di omissione. O almeno lo era. Ora sembra una semplice corsa all'accumulo di affermazioni, preferibilmente povere di senso o meramente deresponsabilizzanti, sorta di afasia per eccesso di informazione. Ma questa è altra storia. Fatto sta che quanto non si vede o non si dice non si può controllare, da qui un profluvio di emozioni forti, positive o negative, ma sempre potenti. Anche in epoca di narrativizzazione totale si tenta ancora qualche trucco per stimolare un minimo il fruitore del racconto globale. Finirà anche questo, probabilmente. In un mondo orwelliano da incubo in cui tutto viene raccontato per esteso, da A a B, senza omettere nulla, possibilmente corredato da pertinente documentazione, sotto forma di immagini, video, etc. Del documento, come del maiale, non si butta via nulla. Mai. Folders are forever. […]

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