RPM - Miles Davis: The Cellar Door Sessions 1970
RPM - Miles Davis: The Cellar Door Sessions 1970
di Luca Majer
![](https://www.blowupmagazine.com/public/productimage/1 rpm-14-51-51-inncom-29.jpg)
“Se questa musica non ti strappa via le calze dai piedi quando l’ascolti, vuol dire che sei scalzo.”
(Keith Jarrett, ricordando “Cellar Door Sessions”)
“Sei libera – di far la fame.”
(George Jackson – lettera a sua madre)
“Si distinguono due principali tipi di malattia: quelle che risultano dall’introduzione di un oggetto patogeno e quelle che risultano dalla “perdita dell’anima”. Il trattamento differisce essenzialmente, da un’ipotesi all’altra: nel primo caso si tratta di espellere l’agente del male, nel secondo di trovare e reintegrare l’anima fuggitiva del malato. In quest’ultimo caso lo sciamano s’impone senza nemmeno gareggiare, giacché solo lui può vedere e catturare le anime.”
(Mircea Eliade, “Le Chamanisme”)
Riassunto:
Quando: mercoledì 16 / sabato 19 dicembre 1970
Dove: Cellar Door club, Georgetown - East Washington D.C., USA.
Chi: Miles Davis Sextet
Produzione: quattro serate dal vivo, 12 set in totale
Ospite (solo sabato, II e III set): John McLaughlin
CD: 6, in cofanetto per 350‘ 4” di musica
Tempi duri quelli attorno ai concerti del Cellar Door club.
(Directions, 0:00 – 3:30, venerdi, III set)
16 marzo 1970: la fanteria americana assassina 507 persone, nel sud Vietnam. A terra, tra risaie e capanne, molti bambini. Come in un assedio ottomano del XV secolo, alcune donne - prima di essere uccise – vengono violentate e mutilate. Il principale responsabile della strage – rimasta nota col nome di MyLai – viene rilasciato senza condanna. I Vietcong scrissero: “26 famiglie cancellate totalmente – nessun sopravvissuto (…) La nostra gente ha solo un modo: ucciderli - così che non ci morsichino più“. Insomma “fuoco contro fuoco” diventò - per loro - l’unica risposta giusta: « Puntate alle teste americane e sparate! » suggerirono. Ed eseguirono.
Due mesi dopo (4 maggio) pure degli americani in uniforme seguirono il consiglio Vietcong, prendendo di mira loro connazionali bianchi scesi in piazza a protestare per l’illegale invasione della Cambogia. Fu in Ohio - dove la Guardia Nazionale decise di provare a sparare ad altezza di studente: 67 spari in 13 secondi, alla Kent State University. Fu così che Allison, Jeffrey, Sandra e pure William (che stava andando in aula e non protestava affatto) li si raccolse da terra ancora caldi. 80 anni in tutto. Morti. Erano i tempi in cui Henry Kissinger diceva “L’illegale lo facciamo subito, per l’anti-costituzionale abbiamo bisogno di un po’ più di tempo” (risate). [...]
…segue per 10 pagine nel numero 184 di Blow Up, in edicola a Settembre 2013 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#184) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
(Keith Jarrett, ricordando “Cellar Door Sessions”)
“Sei libera – di far la fame.”
(George Jackson – lettera a sua madre)
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(Mircea Eliade, “Le Chamanisme”)
Riassunto:
Quando: mercoledì 16 / sabato 19 dicembre 1970
Dove: Cellar Door club, Georgetown - East Washington D.C., USA.
Chi: Miles Davis Sextet
Produzione: quattro serate dal vivo, 12 set in totale
Ospite (solo sabato, II e III set): John McLaughlin
CD: 6, in cofanetto per 350‘ 4” di musica
Tempi duri quelli attorno ai concerti del Cellar Door club.
(Directions, 0:00 – 3:30, venerdi, III set)
16 marzo 1970: la fanteria americana assassina 507 persone, nel sud Vietnam. A terra, tra risaie e capanne, molti bambini. Come in un assedio ottomano del XV secolo, alcune donne - prima di essere uccise – vengono violentate e mutilate. Il principale responsabile della strage – rimasta nota col nome di MyLai – viene rilasciato senza condanna. I Vietcong scrissero: “26 famiglie cancellate totalmente – nessun sopravvissuto (…) La nostra gente ha solo un modo: ucciderli - così che non ci morsichino più“. Insomma “fuoco contro fuoco” diventò - per loro - l’unica risposta giusta: « Puntate alle teste americane e sparate! » suggerirono. Ed eseguirono.
Due mesi dopo (4 maggio) pure degli americani in uniforme seguirono il consiglio Vietcong, prendendo di mira loro connazionali bianchi scesi in piazza a protestare per l’illegale invasione della Cambogia. Fu in Ohio - dove la Guardia Nazionale decise di provare a sparare ad altezza di studente: 67 spari in 13 secondi, alla Kent State University. Fu così che Allison, Jeffrey, Sandra e pure William (che stava andando in aula e non protestava affatto) li si raccolse da terra ancora caldi. 80 anni in tutto. Morti. Erano i tempi in cui Henry Kissinger diceva “L’illegale lo facciamo subito, per l’anti-costituzionale abbiamo bisogno di un po’ più di tempo” (risate). [...]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000