William Gaddis
William Gaddis
di Fabio Zucchella
Gaddis se lo domandava cinquant’anni fa: what America is all about? Quale è la vera faccia dell’America?
Un paese che mal sopporta la ragione, la giustizia, la creatività, in cui il denaro ha irrimediabilmente fagocitato l’inconscio collettivo, in cui si confonde la logica del business con quella della democrazia. In una delle sue rarissime interviste, lo scrittore newyorkese (1922-1998) si era pronunciato in modo alquanto esplicito: «mi ha sempre incuriosito la messinscena del cosiddetto libero mercato, del cosiddetto sistema della libera impresa».
JR (da poco ristampato da Il Saggiatore, dopo la prima edizione Alet del 2009) è il libro che nel 1975 ha segnato il ritorno alla narrativa di William Gaddis, esattamente vent’anni dopo il fiasco del suo romanzo d’esordio del ‘55, Le perizie (Mondadori, 1967/2000 – Il Saggiatore, 2024). Troppo labirintiche, troppo erudite, troppo “joyciane”, quelle 1200 pagine sulla falsificazione e sulla verità nell’arte degli Antichi Maestri della pittura (o forse semplicemente troppe, e perciò irritanti, per i lettori e per i critici). Eppure c’era chi, come Malcolm Lowry, considerava Le perizie «un gazebo superbizantino, un missile segreto dell’anima». Che però, di fatto, è passato praticamente inosservato.
Nei primi anni ‘40 Gaddis era stato espulso da Harvard per non meglio specificati motivi disciplinari, poi aveva lavorato come “fact checker” per il New Yorker, tra il ’47 e il ‘51 aveva viaggiato instancabilmente tra Europa, America Centrale e Nord Africa, nel Greenwich Village era diventato una figura di riferimento per gente come William Burroughs (che gli regala una copia di Junky con questa dedica: “A Bill Gaddis, che mi conosceva prima che io conoscessi me stesso”) o Jack Kerouac (che ne fa uno dei personaggi de I sotterranei, Harold Sand). Ma l’ambizioso sogno giovanile de Le perizie, l’ennesimo tentativo di scrivere il Grande Romanzo Americano, si era mestamente sgretolato sotto il peso dell’indifferenza. […]
…segue per 4 pagine nel numero 331 di Blow Up, dicembre 2025
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#331) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Gaddis se lo domandava cinquant’anni fa: what America is all about? Quale è la vera faccia dell’America?Un paese che mal sopporta la ragione, la giustizia, la creatività, in cui il denaro ha irrimediabilmente fagocitato l’inconscio collettivo, in cui si confonde la logica del business con quella della democrazia. In una delle sue rarissime interviste, lo scrittore newyorkese (1922-1998) si era pronunciato in modo alquanto esplicito: «mi ha sempre incuriosito la messinscena del cosiddetto libero mercato, del cosiddetto sistema della libera impresa».
JR (da poco ristampato da Il Saggiatore, dopo la prima edizione Alet del 2009) è il libro che nel 1975 ha segnato il ritorno alla narrativa di William Gaddis, esattamente vent’anni dopo il fiasco del suo romanzo d’esordio del ‘55, Le perizie (Mondadori, 1967/2000 – Il Saggiatore, 2024). Troppo labirintiche, troppo erudite, troppo “joyciane”, quelle 1200 pagine sulla falsificazione e sulla verità nell’arte degli Antichi Maestri della pittura (o forse semplicemente troppe, e perciò irritanti, per i lettori e per i critici). Eppure c’era chi, come Malcolm Lowry, considerava Le perizie «un gazebo superbizantino, un missile segreto dell’anima». Che però, di fatto, è passato praticamente inosservato.
Nei primi anni ‘40 Gaddis era stato espulso da Harvard per non meglio specificati motivi disciplinari, poi aveva lavorato come “fact checker” per il New Yorker, tra il ’47 e il ‘51 aveva viaggiato instancabilmente tra Europa, America Centrale e Nord Africa, nel Greenwich Village era diventato una figura di riferimento per gente come William Burroughs (che gli regala una copia di Junky con questa dedica: “A Bill Gaddis, che mi conosceva prima che io conoscessi me stesso”) o Jack Kerouac (che ne fa uno dei personaggi de I sotterranei, Harold Sand). Ma l’ambizioso sogno giovanile de Le perizie, l’ennesimo tentativo di scrivere il Grande Romanzo Americano, si era mestamente sgretolato sotto il peso dell’indifferenza. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000







