20 ESSENTIALS: Noise Rock USA 1982-2002 pt.1
20 ESSENTIALS: Noise Rock USA 1982-2002 pt.1
di Stefano I. Bianchi
Con ogni probabilità il noise è, insieme alla psichedelia, lo stile più popolare e influente di tutta la storia del rock. E per l’appunto come la psichedelia, il noise non è un genere ma uno stile, una modalità esecutiva applicabile a contesti molto diversi che quindi si piegano di conseguenza, adeguandosi: dal noise-pop al noise-punk, dal noise-blues al garage-noise, dall’avant-noise alla techno-noise eccetera eccetera. Un fenomeno che da quando è emerso prepotentemente nel mondo delle musiche popular, nella prima metà degli anni ’80, non ha mai smesso di esercitare la sua influenza in qualunque ambito, condizionando tutti gli altri stili e insinuandosi nelle pieghe di ogni genere, dal rock all’hip hop alla techno. Nelle tre parti di questo speciale metteremo in fila i sessanta dischi che ci sembrano essenziali per la comprensione della sua declinazione in formato rock negli Stati Uniti; i lettori di lunga data ricorderanno che avevamo fatto lo stesso per l’UK nel 20 Essentials #12 di BU#194/195, luglio/agosto 2014. Sessanta dischi possono sembrare molti ma il lasso di tempo e i diversi tipi di rock presi in esame richiedevano una misura adeguata: venti anni che hanno visto il noise rock emergere, esplodere, diversificarsi e infine esaurire la spinta innovativa dai primi ’80 fino ai primi ‘00, quando l’ultima delle varianti messe in campo indicava chiaramente che da lì in poi avremmo avuto solo ripetizioni, per lo più statiche e stanche, di tutto quello che avevamo già ascoltato.
Naturalmente il noise, il rumore, non è un’invenzione del mondo rock e men che meno degli anni ‘80. Se vogliamo trovarne i prodromi più antichi dobbiamo cercare molto lontano, a partire dall’intonarumori del visionario futurista Luigi Russolo e dalle dissonanze e invenzioni timbriche e compositive inserite nella Sagra della primavera da Igor Stravinskij. Dopodiché, avvicinandoci al mondo rock, troviamo contesti e artisti che del rumore hanno fatto un uso creativo che non ha mancato di esercitare un’influenza notevole in ogni dove, dall’industrial (Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire) alle multiformi tendenze della contemporanea non accademica (le teorie aleatorie di John Cage, il minimalismo di La Monte Young, l’insistenza iterativa dell’elettronica). Infine, arrivando direttamente ad ambiti rock, basti ricordare l’uso del feedback che hanno fatto molti musicisti dagli anni ’50 in poi, da Link Wray a Velvet Underground, Stooges, Grateful Dead, Faust e tanti altri d’epoca new wave. […]
…segue per 20 pagine nel numero 326-327 di Blow Up, luglio-agosto 2025: NUMERO DOPPIO DI 148 PAGINE!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#326-327) al costo di 13 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.

Naturalmente il noise, il rumore, non è un’invenzione del mondo rock e men che meno degli anni ‘80. Se vogliamo trovarne i prodromi più antichi dobbiamo cercare molto lontano, a partire dall’intonarumori del visionario futurista Luigi Russolo e dalle dissonanze e invenzioni timbriche e compositive inserite nella Sagra della primavera da Igor Stravinskij. Dopodiché, avvicinandoci al mondo rock, troviamo contesti e artisti che del rumore hanno fatto un uso creativo che non ha mancato di esercitare un’influenza notevole in ogni dove, dall’industrial (Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire) alle multiformi tendenze della contemporanea non accademica (le teorie aleatorie di John Cage, il minimalismo di La Monte Young, l’insistenza iterativa dell’elettronica). Infine, arrivando direttamente ad ambiti rock, basti ricordare l’uso del feedback che hanno fatto molti musicisti dagli anni ’50 in poi, da Link Wray a Velvet Underground, Stooges, Grateful Dead, Faust e tanti altri d’epoca new wave. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000