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di Stefano I. Bianchi

[nell'immagine: X, foto di Frank Gargani]

«Il punk rock durò più o meno cinque anni: ‘75-’80, ‘81. Come dice quella T-shirt, “punk’s not dead, it just sucks now”. Nasceva da una struttura politica e sociale che non esiste più e la gente che lo creò lo fece per uno scopo. Non eravamo passivi. Non lo guardavamo in TV per poi copiarlo.»
[Exene Cervenka, intervista su Perfect Sound Forever, 2000]

Anni ruggenti
La leggenda del punk narra che alle origini, nel ‘76-’77, quel movimento rappresentò una rivolta musicale, etica ed estetica di alcuni giovani/adolescenti nei confronti dei padri/fratelli maggiori, una sorta di moto spontaneo di ragazzi che, stanchi delle bolsaggini delle rockstar e di una musica sempre più distante dalla realtà di strada, alzarono la testa, fecero tabula rasa dell’esistente e si presero il mondo. Storie da pubblicistica mitologica che il tempo ha sfatato o largamente ridimensionato, non foss’altro perché molti dei protagonisti non erano affatto ragazzini né giovinastri che prendevano in mano gli strumenti per la prima volta (quelli sarebbero saliti alla ribalta con l’hardcore, e allora sì che sarebbe stata rivoluzione vera), bensì adulti con un’età media intorno ai 25 anni che venivano dalla gavetta tipica dei loro tempi (pub-rock, garage, hard, glam, qualcuno anche prog) e che colsero al volo l’opportunità di incidere perché finalmente esisteva un mercato che gliene dava la possibilità. Per constatarlo basta dare un’occhiata alla sfilza di pub-rockers inglesi già attivi da anni che non appena si presentò l’occasione aggiustarono il tiro musicale e saltarono sul carro della next big thing; gli stessi prime movers Ramones nel ’76 avevano 25, 25, 27 e 28 anni. La realtà insomma è che il punk (e l’universo new wave in generale) fu uno dei primi trend musicali del mondo pop alla cui costruzione contribuirono in maniera determinante i media, in particolare l’allora potentissima stampa, che riuscì nel miracolo di coagulare in un movimento apparentemente univoco e unitario tensioni e attitudini tra loro molto distanti e persino opponibili (se non proprio opposte) che altrimenti non si sarebbero mai neppure incrociate ma che riuscirono ad acquistare un’identità indossando lo stesso, e molto ampio, cappello. Anche gli X, come tante altre, sono una band esemplare di questo naturale e logico adattamento ai tempi. […]

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